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Sangue infetto, un problema anche nel Regno Unito

Spesso si tende a pensare che la malasanità sia un problema esclusivamente italiano, ma per fortuna – o purtroppo – spesso non è così. Anche nel civilissimo Regno Unito infatti, la piaga esiste eccome. ITV riporta infatti che in 20 anni, ossia dal 1970 e il 1991, sono morti circa 2000 cittadini britannici a seguito di trasfusione di sangue infetto.

Lo studio è recentissimo, e nella terra di Re Carlo ha scosso profondamente l’opinione pubblica. E’ stato pubblicato da alcuni esperti provenienti da diverse università britanniche, e mette a nudo il danno che lo scandalo del sangue infetto ha causato sulle vite di migliaia di persone.

Come da prassi quando si parla di sangue infetto, a persone con problemi al sangue sono state effettuate trasfusioni a seguito delle quali sono stati colpiti da HIV ed epatite C. Questo a causa del fatto che hanno ricevuto sangue da persone che sono state pagate per donare, tra cui prigionieri, drogati e alcolisti. Ai pazienti le trasfusioni sono state fatte per anni, nonostante i numerosi avvisi provenienti dai vertici governativi.

Nel mese di settembre 2022, oltre 30 anni dopo l’ultima trasfusione infetta, il governo britannico ha accettato di risarcire le vittime dello scandalo, prima ancora della conclusione del processo ancora in corso, che si stima possa terminare nel 2023; ogni vittima sopravvissuta riceverà infatti una cifra che si attesta attorno alle centomila sterline, poco più di 110 mila euro al cambio attuale. Tempistiche ben più ampie di quelle italiane, anche se da noi nel caso di risarcimento danni da emotrasfusioni infette sono gli avvocati che fanno il primo passo, e non i ricercatori.

Questo grazie al fatto che lo scorso luglio, tre ex segretari del ministero della salute britannico hanno chiesto il pagamento immediato alle vittime, poiché gli effetti del sangue contaminato continuano ad avere un impatto devastante sulle persone. Ad agosto invece, una lettera aperta al governo da parte di organizzazioni tra cui la Haemophilia Society e il Terrence Higgins Trust affermava che una persona colpita moriva ogni quattro giorni.

Sangue infetto: perchè?

Diversi gruppi di persone sono state esposte a sangue infetto. A uno sono state somministrate iniezioni regolari di un trattamento pensato per aiutare a curare l’emofilia, un disturbo della coagulazione del sangue. Almeno 3650 di esse hanno contratto l’epatite C o l’HIV a causa del trattamento fallito, e quasi la metà di loro si stima sia morta.

Un secondo gruppo ha ricevuto trasfusioni durante il parto o durante un intervento chirurgico. Molti di essi si sono ammalati di epatite C, tuttavia un numero significativo si è ammalato anche di HIV, in un momento prima che la malattia potesse essere curata. Gli autori del rapporto hanno concluso che “circa 1250 persone con disturbi del sangue sono state infettate dall’HIV nel Regno Unito tra il 1970 e il 1991.”

I dettagli del report

Quali sfide hanno dovuto affrontare gli autori del report? In primis, è stato difficile stabilire numeri esatti di infezioni e decessi. In parte ciò è dovuto al lungo periodo trascorso tra la trasfusione e la malattia, e ciò comporta la difficoltà di stabilire se la trasfusione sia stata responsabile o meno dell’insorgenza della malattia.

Gli autori scrivono che “qualsiasi conclusione numerica è necessariamente cauta e approssimativa” descrivendo il processo di raccolta dei dati come “particolarmente impegnativo”. Hanno aggiunto che “non forniamo misure di quanto la malattia, il disagio psicologico, i danni finanziari, lo stress familiare e tutto il resto hanno danneggiato le vite delle persone. Inoltre, non tentiamo di stimare la trasmissione successiva a partner, bambini o altri”.

Le indagini ufficiali

Un’indagine pubblica è in corso dal 2019, quando l’allora primo ministro Theresa May descrisse lo scandalo come “una tragedia che non sarebbe mai dovuta accadere, che ha causato per decenni dolore inimmaginabile alle vittime e alle loro famiglie. Il mese scorso, Boris Johnson ha dichiarato: “Continueremo a sostenere tutti coloro che sono stati colpiti da questa orribile tragedia e voglio rendere personalmente omaggio a tutti coloro che hanno combattuto con tanta determinazione per la giustizia”.

I risultati delle indagini dovrebbero essere pubblicati nel 2023.