L’iperplasia prostatica benigna può essere definita come un ingrossamento della prostata causato da una crescita eccessiva di cellule in questa zona ben precisa (IPB).
L’IPB è una condizione non cancerosa (benigna) della prostata. In questi casi le cellule sane non si diffondono (metastatizzano) in altre parti del corpo e di solito non sono pericolose per la vita. L’IPB non aumenta il rischio di cancro alla prostata e non è considerato un problema di salute a meno che non causi sintomi, ma tuttavia è una situazione da tenere sotto controllo.
All’età di 70 anni, un’alta percentuale di uomini ha un ingrossamento della prostata.
La possibilità di sviluppare un’iperplasia aumenta con l’avanzare dell’età, con l’eccessivo grasso accumulato sull’addome e con la sedentarietà.
Sintomi della IPB
Gli uomini con IPB potrebbero non avere sintomi di alcun genere. E’ più probabile che essi si sviluppino in uomini con età superiore ai 50 anni.
Una sintomatologia ha inizio in genere quando la prostata ingrossata esercita pressione sull’ uretra e sulla vescica. L’aumento delle dimensioni della prostata può in qualche modo bloccare l’uretra, causare cambiamenti alla vescica e si sente l’esigenza di urinare più spesso.
L’IPB può causare i seguenti sintomi che possono anche diventare molto fastidiosi:
- difficoltà a urinare;
- minzione più frequente che si presenta soprattutto durante le ore notturne;
- un bisogno improvviso di urinare;
- flusso di urina debole e difficoltoso;
- non si è in grado di svuotare completamente la vescica, il che può portare a infezioni del tratto urinario e calcoli;
- problemi nell’ avviare il flusso di urina;
- scarso controllo della vescica (incontinenza), che può causare perdite e gocciolamenti di urina;
- sangue nelle urine.
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Diagnosi
Se hai sintomi di IPB, è davvero importante rivolgersi al proprio medico di fiducia. Durante la visita di controllo potrebbe esserci richiesta la compilazione di un questionario sui sintomi urinari e le abitudini della vescica.
Sarà poi importante eseguire una serie di esami diagnostici che possano escludere altre problematiche come le infezioni del tratto urinario o il cancro alla prostata. Questi test includono:
- un esame fisico generale;
- un esame rettale digitale;
- esami delle urine competi;
- esami del sangue, compreso il test dell’antigene prostatico specifico (PSA).
Se i risultati del test sono anormali o il medico non è in grado di fare una diagnosi, potrebbe essere importante eseguire degli ulteriori esami di approfondimento. Vediamo ora quali sono più nel dettaglio:
- una cistoscopia;
- un test per controllare quanta urina è rimasta nella vescica (chiamata ecografia della portata e dei residui)
- test di imaging, come una radiografia o un’ecografia, per controllare i reni, la vescica e la prostata
- un test, detto valutazione urodinamica, che serve per valutare la funzionalità della vescica e dell’uretra;
- una biopsia della prostata eseguita attraverso il retto (chiamata biopsia transrettale ecoguidata).
Il risultato di questi esami aiuterà lo specialista a fare una diagnosi precisa.
Trattamento dell’IPB
Insieme al medico curante o all’urologo si valuta qual’è il trattamento adatto alla cura dell’IPB. La terapia da adottare si decide in genere in base alla gravità dei sintomi ed al fastidio che essi provocano, al risultato dei test eseguiti e alle proprie preferenze. Diverse sono le opzioni possibili che vediamo qui più nel dettaglio;
Vigile attesa
Questa opzione viene spesso proposta agli uomini che hanno sintomi lievi e poco fastidiosi. Consiste in un monitoraggio continuo dei sintomi e degli eventuali peggioramenti.
Cambiamenti dello stile di vita
Sempre nel caso in cui i sintomi siano lievi è di fondamentale importanza apportare alcune modifiche allo stile di vita per aiutarli a gestirli al meglio.
Prima di andare a letto è utile limitare i liquidi che si bevono, evitare poi le bevande contenenti caffeina (come caffè e bibite gassate) e cibi piccanti.
Vi sono inoltre alcuni farmaci che possono peggiorare i sintomi dell’IPB. Tra questi i diuretici, i farmaci decongestionanti, gli antistaminici e alcuni antidepressivi.
Si può poi provare ad allenare la vescica urinando solo in determinati momenti della giornata o dopo un certo periodo di tempo (ad esempio ogni 3 ore). In questo modo si rafforzeranno i muscoli del pavimento pelvico che aiutano a controllare al meglio la minzione.
Anche la stitichezza gioca un ruolo per quel che riguarda l’IPB. Si raccomanda in questo caso l’assunzione di una maggiore quantità di fibre e di liquidi, o, in casi estremi, assumere medicinali per alleviare questo problema.
Terapia farmacologica
La maggior parte dei medici inizia a trattare l’IPB con farmaci prima di passare ad altri trattamenti più invasivi come la chirurgia. I seguenti farmaci possono essere utilizzati per alleviare i sintomi. E’ importante parlare con il proprio urologo per conoscerne però anche gli eventuali effetti collaterali.
Gli alfa-bloccanti sono farmaci che rilassano i muscoli vicino alla prostata, alleviano la pressione sull’uretra e consentono all’urina di fluire più facilmente. Gli alfa-bloccanti non riducono la prostata. Di solito iniziano a lavorare entro una settimana. Quelli più comuni utilizzati per l’IPB sono la terazosina e la doxazosina.
Gli inibitori della 5-alfa-reduttasi aiutano a ridurre la prostata per alleviare i sintomi. Questi farmaci impediscono il cambiamento dell’enzima 5-alfa-reduttasi in diidrotestosterone, che provoca l’ingrossamento della prostata.
In conclusione si è visto come l’iperplasia prostatica possa essere davvero fastidiosa per l’uomo, ma se curata in maniera tempestiva può regredire e permettere in questo modo di poter condurre una vita normale.